Il paradosso

Ieri mi ha mandato un messaggio una mia amica, che in preda alla solitudine, mi propone una chiamata telefonica. Chiamami quando vuoi dice, dimmi un orario e ti chiamo io.

Cazzo. Cazzo. Cazzo.
Il paradosso, 24 ore libere e non avevo tempo per fissare una telefonata.
Ma siamo matti?
Improssivamente mi sono reso conto che alla mattina mi sveglio troppo tardi perchè alla sera vado a letto altrettanto tardi causa binge watching.
Svegliandomi alle 10,30 riesco a fare colazione con un caffè veloce ed in perfetta successione ho la capacità assonnata di scaldare l'acqua per la solita pasta con olio di oliva. Settanta grammi perchè altrimenti visto il sedentarismo di questo periodo potrei diventare una botte.
Dopo il tg mi bevo un caffè ma poi mi metto subito a studiare con il gusto amarognolo in bocca che tanto mi piace. Dopo lo studio c'è l'ora di indoor training con la bici e l'appuntamento sulla piattaforma Zwift, sia benedetta la tecnologia e l'acquisto dei rulli.
Appena finito la lunga sudata mi precipito in doccia, altrimenti un classico raffreddore potrebbe essere frainteso con la causa di tutto questo isolamento e venir definito come untore del quartiere.
Ore 18:00 iniziano i preparativi per la cena.
Verdura e petto di poll0, classico sempre per rimanere in linea, non con le abitudini ma con il mio peso.
Ore 20:00 mi spiaggio sul divano, sto leggendo il saggio di Harari. Bellissimo.
Ore 22:00 partono le serie tv su Netflix a cazzo come sempre, ne sto guardando sei.
Non mi sono mai reso conto come in questo periodo, nonostante sono a casa in ferie in isolamento forzato come gran parte dell'italia riesco ancora ad essere schiavo degli impegni. Schiavi da quattro mura, schiavi della routine quotidiana. E quella telefonata non l'ho ancora fatta.