Periodo difficile, pensieri sparsi



E' un periodo difficile, ieri non vedevo futuro. Non che oggi le cose siano cambiate ma ieri pensavo di aver toccato il fondo, io, me stesso e la solitudine.

Mi sono iscritto ad un corso di Yoga per migliorare la postura ed in modo particolare la mia agilità. 

Non sposo le idee Yogine, o come cavolo si chiamano. Sono più pragmatico che filosofo. Vabbè insomma, hanno chiuso le palestre. Fine del cinema, fine dei problemi.

Tinder disinstallato completamente, era uno schiaffo per la mia autostima già molto bassa in questo periodo.

Mi sono ritrovato senza amici, o quasi. Mi sembra di essere in un mondo di ipocriti. Persone in comune con la mia ex che, vedendomi in crisi nera, non si azzardano neanche a chiedermi un bel "hei, le vuoi fare due chiacchere davanti ad una pizza surgelata?". No. Presenti per andare a sciare, per festeggiare l'ultimo dell'anno, per le cazzate, per i compleanni (ovviamente ci sono i regali) ma per le cose veramente utili no. Cosi mi ritrovo qui, a sfogarmi su di un pezzo di carta virtuale, aprendomi a persone che non mi conoscono. Perché forse è questa la vera terapia. 

Sono ironico, perché l'ironia mi salva, ma dentro di me c'è sempre un grande vuoto ed un forte velo di tristezza. Poi ci mancava il lockdown ed i colleghi che per il 70% della giornata parlano di Covid, politica e totocontagi a fine giornata. 

'hei per me oggi sono 20.000, io dico 21.178, no io 22.032 perché se ieri hanno fatto xx tamponi e la percentuale è yy allora secondo me sono 22.032. 

Esco dall'ufficio e vado a pisciare, altrimenti volano madonne.

Sto incazzato con il mondo. Non vedo futuro sentimentalmente parlando, e penso alla mia ex. Cazzo penso ancora alla mia ex mentre lei starà facendo giri in giostra con un altro/i coglione/i. Resisto e non la chiamo, ci mancherebbe solamente quello. All'inizio quando litigavamo mi cercava sempre lei dopo due giorni. 

Ne sono passati 90 di due giorni.

Nonostante vive ancora (penso) nelle vicinanze della residenza dei miei genitori (ed io sono sempre da loro il weekend)  non l'ho mai più vista ed incontrata. Volatilizzata. Alla fine le mie parole "non farti più vedere neanche in fotografia" le ha mantenute. Si le ho detto questo, dopo che mi disse una frase non molto carina "non ti ho mai presentato a mia madre perché sapevo che non sarebbe durata" (dopo tre anni) che aggiunta alla frase "tua madre per Natale mi ha fatto un gran regalo di merda, poco costoso" mi ha fatto perdere le staffe (mentre la sua non la conoscevo neanche). Sarà un rettile alieno e pure testa di minchia. Ho ancora quel contrasto del cazzo tra il "mi manchi" e "muori male" con una leggero vantaggio per il "muori male".

Volevo iscrivermi a Storytelling, un esame di scienze della comunicazione all'università di Torino, molto interessante. Ho visto che gli adempimenti burocratici sono talmente incasinati che tra richiesta di domanda ed accettazione dell'iscrizione oltrepasso la data limite. Per non parlare poi del servizio segreteria penoso, chiami ed aspetta e spera che ti rispondono. Si fa tutto online. Peccato che non sono immatricolato come uno studente e non ho i privilegi per chiedere informazioni tramite la piattaforma online. Fanculo.

Insomma non ne va bene una. Catastrofico.

Commenti

  1. Insomma, un periodo un po' no.
    Ma vedrai, come ogni cosa, passa. Le nuvole svaniscono.
    Alla tua ex ci pensi ancora, altrimenti non penseresti nemmeno di incontrarla.
    Vedi tu se ti conviene, o meno, provare a riallacciare qualche rapporto.

    Moz-

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  2. Sicuramente scrivere è terapeutico, è un esorcizzare le emozioni negative.
    Alcune di queste persone che non ti conoscono e ti leggono, io le conosco bene: non ci siamo ancora incontrati, ma sono delle belle persone, davvero. Purtroppo la distanza fisica non è facile da colmare. Ma oggi, in tempi di covid, ci dicono (lo stesso presidente del consiglio) che dobbiamo coltivare i rapporti sociali a distanza. Io ho amici vicini e lontani, fisicamente adesso sono tutti lontani (qualcuno lo era prima del Covid a causa di trasferimenti), quella pizza davanti alla quale fare due chiacchiere manca (io rispetto a te magari sono fortunato). Ma c'è anche da dire che crescendo le amicizie tendono a cambiare. Quando si rimane single e gli amici sono fidanzati e sposati, gli spazi inevitabilmente si restringono.
    Per questo "bisogna" estendere le proprie amicizie.
    Ecco, se vuoi fare due chiacchiere in privato io ci sono volentieri :) e tranquillo: non vedo l'ora di NON parlare di Covid! Su Facebook mi trovi facilmente (io sono di Novafeltria :D).

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  3. Ci siamo già sentiti e detto tutto, ma ti posso assicurare che questi periodi "no", se riesci a stringere i denti, prima o poi passano. Il momento storico e le varie vicissitudini non aiutano affatto.. per quel che poco che posso io ci sono, telematicamente perché come sai ho le mie belle beghe anche io e ci separano tanti km.
    Inoltre sono molto in empatia con te per le porte sbattute in faccia dagli amici.. quelli che che fino a poco tempo fa erano a casa nostra (parlo nel mio caso) a fare bisboccia a scrocco e adesso appena han potuto puntano il dito per autoconsolazione. Te lo ripeto qua: "è nelle disgrazie che capisci veramente chi è sempre stato amico e chi no"!

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  4. Mi dispiace sentirti giù, del resto anche io mi sento tutt'altro che in forma, emotivamente parlando.
    Scrivere però è terapeutico, butti giù un po' di emozioni, ti ripulisci dalle scorie. Perché no, in fondo costa meno di uno psicologo :D Buona serata.

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  5. Ci sono passato anche io.
    A suo tempo impiegai quattro mesi buoni per dimenticarmi definitivamente della mia ex (la quale, dopo avermi lasciato, pensò peraltro di "ripensarci" proprio mentre io ne stavo uscendo).
    Non so come riuscii a rimanere lucido e andare avanti; forse pensando che ogni giorno, in fondo, in qualche cosa, seppur minima, era migliore del precedente.
    Ti sono vicino. Un saluto,

    EM

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  6. Io vorrei essere dannatamente sigle. Per non far soffrire colui che proprio non è adatto a me. Tu seguo a ruota per la catastrofe.

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